giovedì 18 aprile 2013

Capricci o bisogni? Come si affronta il pianto del bambino.



Io…che mi ero ripromessa “mia figlia non la farò piangere mai!”. Ebbene, ho dovuto ammettere che a volte la mia bambina non avevo modo di farla smettere. Dopo averle provate tutte, tenerla in braccio e offrirle il seno cullandola era davvero l’ultima risorsa, anche se evidentemente inefficace. I bambini piangono, ho scoperto. L’ho chiamata “nostalgia di Paradiso” perché ancora oggi non so spiegarmela diversamente. Gaia, per i primi due mesi ogni sera si faceva un’oretta di pianto inconsolabile, attaccandosi e staccandosi continuamente dal seno. Non erano coliche, non era per il latte, non era il pannolino, non era il freddo ne il caldo…sembrava più nostalgia di qualcosa. Secondo me le mancava l’utero e quella pace perfetta, quell’assenza di bisogni corporali e di sensazioni fisiche. Dopo due mesi si è arresa: non poteva tornare là dentro. E ha smesso di piangere senza apparente motivo la sera.
E Gaia quando piange tira giù i vetri eh? Mica come quei bambini le cui mamme mi dicono “eh, piange sempre..” Poi li sento e…Piange??? Quello ti sembra un pianto?? Ma tu non lo sai cosa è un pianto di neonato allora!! Gaia era la campionessa indiscussa fin dal nido dell’ospedale!

Ho letto davvero di tutto,dai libri del genere “soggioghiamo questi piccoli tiranni” ai libri “curiamo i bambini coi fori di Bach” (dai libri di SOS Tata a quelli di Il Bambino naturale) per potermi fare una mia idea e…. Ha vinto la fiducia in me stessa. E ha vinto l’empatia con mia figlia.
Non ho trovato una Bibbia, ma ho selezionato una decina di libri che mi sono sembrati davvero di buon senso e mi hanno incoraggiata ad applicare quello che già sentivo dentro di me. Senza bisogno di usare necessariamente pannolini lavabili (ottima cosa per chi ha un pargolo che permette di raggiungere la lavatrice con una certa agilità...la mia no) ne tantomeno decidere di considerare questi poveri piccoli extraterrestri che approdano tra le nostre braccia, dei mostri di egoismo da cui doverci difendere o degli ignoranti a cui dover “insegnare a vivere”. Io trovo invece che i neonati siano dei piccoli "animaletti" saggi.

Ho scelto che tipo di mamma volevo essere: una mamma portatrice (senza demonizzare il passeggino, che a volte Gaia apprezza), una mamma allattante (tuttora a richiesta), una mamma riposata (ho scelto il sonno condiviso)…insomma volevo essere una mamma che non aveva nulla di cui lamentarsi!
Premetto che la mia bimba è MOLTO esigente. Lo è stato fin dall’inizio. MOLTO, MOLTO esigente. Eppure non ho nulla di cui lamentarmi. Dormiamo entrambe benissimo, visto che ho sempre assecondato il suo bisogno di contatto. Non litigo con lei perchè vuole stare sempre in braccio, la infilo semplicemente nella fascia ogni qual volta lo richiede. Non litigo con lei per farla mangiare, ignoro totalmente le “curve di crescita” e dove mia figli ci si collochi, semplicemente la lascio mangiare quanto vuole quando la siedo a tavola con noi e la lascio poppare quanto e quando vuole ogni volta che lo richiede. Ho fatto così da sempre e semplicemente…funziona. Io sono serena e lei è felice e sempre più sicura di se, equilibrata, indipendente.
Mi dispiace per quelle mamme che impazziscono cercando di imporre dei ritmi ai loro bebè che non volgiono saperne…è più semplice per tutti se semplicemente li si asseconda. Tanto è solo un periodo che poi passerà…
Quando qualcuno mi dice “che pazienza che hai con quella bambina,ma come fai??” o “Ti fai mettere sotto eh?”. No, io non mi sento inzerbinata a mia figlia! La differenza sta nell’occhio di chi guarda. Io vedo una creatura che non può parlare, è prigioniera di un corpo che non può ancora controllare, preda di sensazioni fisiche o emotive a lei sconosciute e a me incomunicabili, a volte dolorose. Se io fossi nei suoi panni e tentassi di chiedere aiuto o anche solo mi lamentassi sarei forse una persona “capricciosa” o “viziata”??
Non direi proprio. Non basta che la bambina sia sazia e pulita per essere certi che “non le manca niente”. Quanti bisogni abbiamo noi oltre a quello di mangiare ed essere puliti? Prova tu a stare per un giorno disteso a letto, da solo, senza avere il controllo del tuo corpo e senza poter comunicare i tuoi pensieri o le tue paure a chi ti nutre e ti mantiene pulito. Piangerei anche io!
Quindi quando la mia bambina piange e le accorro in aiuto non penso “Uff! come devo essere paziente con te figlia mia! Che fastidi che mi dai!Che capricciosa che sei!” ma penso “Chissà cosa vorresti dirmi, quale è il motivo del tuo turbamento spero di riuscire a capirlo e se non lo capisco ti farò capire che almeno ti sono vicina. So che per te è dura ma sappi almeno che non sei sola.”.
Non è pazienza la mia, è empatia. Anche se avviene decine di volte al giorno.
Vorrei che le mamme che si lamentano tanto capissero che il problema spesso lo creiamo noi, non i bimbi. E la mia bimba è un vulcano e quando piange tira giù i muri!!

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