domenica 5 maggio 2013

Gelato fatto in casa (senza zucchero)




Un'amica mi ha segnalato questo accessorio utilissimo per la bella stagione che si sta aprendo. L'ha trovato al centro casalinghi dal Toscano: stampi per piccoli ghiaccioli.

La giornata di oggi non sembra collaborare, ma, io sono ottimista, la stagione dei gelati si avvicina ne sono certa! vista la mia intenzione di posticipare l'incontro tra la mia piccola duenne e lo zucchero bianco raffinato, questo accessorio è perfetto per le mie ricette di sorbetti fatti in casa.
Ovviamente, ma scommetto che lo sospettavate ormai, ricette "approssimative" da personalizzare secondo i vostri gusti! (ops! i gusti DEL BAMBINO volevo dire!) :

Gelato alla frutta senza zucchero
300 gr di fragole a pezzettoni, surgelate (o qualunque altra frutta a piacere: pesche, banane, melone, anguria...)
100 gr di malto di riso/miele
500 gr di latte di riso congelato a cubetti
30 gr di succo di limone (1/2 limone circa)

Frullare il tutto in un buon frullatore o un omogeneizzatore. 
Servire subito oppure riempire gli stampi e conservarli in freezer.

In alternativa al latte di riso potete utilizzare lo Yogurt bianco intero.

Inoltre se non disponete di un frullatore potente, potete provare a frullare gli ingredienti freschi (non congelati) e poi versare negli stampi e congelare. Non l'ho mai provato però credo non faccia molta differenza.

Buona sperimentazione!

Bésame mucho - Carlos Gonzalez. I bambini sono PERSONE.

La "collega mamma"  Elena, desidera condividere la sua opinione su questo libro.



Credo che questo libro dovrebbero darlo in mano a ogni madre che esce da un ospedale con il bimbo in braccio.
E' un libro che ogni tanto vado a rileggermi perchè ha il potere di infondere grande serenità.
E' scritto da un noto pediatra spagnolo, fondatore e presidente dell'associazione catalana per l'Allattamento materno, ma tratta di temi che vanno ben al di là dell'allattamento e quindi adatto anche a mamma che non hanno potuto (o voluto) allattare.
La prima volta che lo lessi Sofia aveva pochi mesi e pensai che era un bel libro, leggero, divertente e profondo al tempo stesso. Forse un pò troppo "permissivista". Diciamo che lo condividevo per un buon 90%.

Quando dopo circa sei mesi lo ripresi in mano mi sorpresi del fatto che non mi sembrava più permissivista ma realista. In quei mesi infatti ero cresciuta come madre e il mio percorso mi aveva svelato quanto fossero infondate certe affermazioni e luoghi comuni sui bambini.
Mi riferisco al fatto di ritenere comunemente i bambini "monelli" o "dispettosi" o "che ti vogliono mettere alla prova" o "capricciosi".
Avendo in quei mesi approfondito il discorso sull'importanza della comunicazione con i bambini tramite la lettura di qualche libro e la partecipazione a un corso Gordon "Genitori Efficaci"  avevo sperimentato su Sofia ciò che avevo appreso e semplicemente...funzionava. Ci capivamo. Quando comunemente qualcuno avrebbe detto "sta facendo un capriccetto" io riuscivo a vedere che non c'era alcuna malizia in lei.
Era proprio vero: Sofia non traeva nessuna soddisfazione nel "darmi fastidio".
La verità era lì alla mia portata, bastava guardare l'espressione di mia figlia: Sofia aveva un problema, e il suo unico modo per comunicarmi i suoi bisogni era quello di "lagnarsi".
Rimproverarla o ignorarla non era la risposta che volevo ricevesse da questa sua richiesta di aiuto.
Ecco perchè quando rilessi il libro di Gonzalez per la seconda volta...lo compresi tutto perfettamente e capii che non era permissivista ma semplicemente rispettoso perchè denudato dai falsi stereotipi comunemente diffusi di cui pochi mesi prima ero ancora intrisa anche io.

E' molto diverso partire dalla premessa che il bambino è una creatura buona e pensare invece che il bambino è una cratura buona solo fintanto che "sta buono".

Dire che un bambino sta facendo un capriccetto significa chiudere subito i canali di ascolto ed emettere immediatamente una sentenza irrevocabile di punizione per "correggere il comportamento inaccettabile".
Ma il comportamento da cosa è provocato? Ce lo si chiede davvero o lo si indaga solo superficialmente?

Perchè, se un uomo è "innocente fino a prova contraria", un bambino no??

Il bambino è buono, ora ne sono certa.
A volte i bambini hanno comportamenti sgradevoli perchè li hanno appresi da cattivi esempi (per es. dicono le parolacce) oppure perchè semplicemente non conoscono gli effetti che possono avere sulle altre persone o su loro stessi (stanno sperimentando le loro potenzialità fisiche o le leggi della natura).
Permissivismo sarebbe lasciare fare a un bambino tutto quello che vuole senza intervenire.
Se un bambino si comporta in un modo inaccettabile per prima cosa, invece di arrabbiarsi sarebbe ragionevole analizzare il perchè lo fa. Poi si potrà reagire come si riterrà utile e necessario. A volte si è troppo stanchi e la pazienza viene meno, ma non mascheriamo questi nostri stati incolpando il bambino, se in una certa occasione sono troppo stanca per rispondergli come si deve, ok, sono umana, non sono divina, magari in quell'occasione farò ciò che posso. Però almeno sono consapevole che quello che sto vivendo non è un dispetto da parte del bambino ma un conflitto di bisogni (il mio di riposarmi, il suo di esprimersi).

Ieri alla grigliata del primo Maggio una signora, vedendomi accontentare Sofia (2 anni) che voleva bagnarsi le manine alla fontanella per l'ennesima volta ha commentato sorridendo "ah...ma qui siamo viziatelle!". Le ho risposto sorridendo: "Bhe, se per vizio intende assecondare il suo desiderio di scoperta del mondo, si, è una bambina molto viziata! Ma se invece per viziata intendiamo dire che fa tutto quello che vuole senza freni, no, Sofia è una bambina molto ubbidiente invece, basta parlarle nel modo giusto." lei rispose "Perchè allora non le dici di no e vediamo se ti ubbidisce?". "Perchè sono daccordo con lei: l'acqua è molto divertente e ci sono dei segreti che evidentemente non ha ancora carpito dalla fontanella!".

Penso che sarebbe stato facile per me interrompere il gioco di Sofia, certamente non semplicemente "dicendole di no"! Però ormai per lo più so come parlarle affinchè mi ascolti. Il fatto però era che non avevo reali motivi per farlo. Dimostrare qualcosa a quella signora non era più importante di permettere a mia figlia di imparare qualcosa di nuovo dal mondo.
Penso quello che ho detto: è una bambina molto ubbidiente. Ma non significa che sia un soldatino: "Fai questo" e "fai quello". Grazie a Dio ha un cervello! Ubbidisce solo se viene trattata con rispetto. Se viene trattata come una PERSONA, e non come un cagnolino addestrato. C'è da stupirsi?

I bambini sono PERSONE, questa è stata la scoperta di questi ultimi mesi di maternità.
Vi rivolgereste mai a un vostro amico come vi rivolgete a vostro figlio? Se la risposta è no, la domanda seguente è "E pechè?". Perchè a un vostro amico vi rivolgereste con educazione e rispetto ma vostro figlio non è degno di questo trattamento? E vi sentite forse "Permissivi" con il vostro amico, solo perchè lo trattate con gentilezza invece che imporvi con arroganza? Perchè una sculacciata al bambino è legittima ma la stessa cosa a una fidanzata non è accettabile?
In pratica è di questo che parla il libro di Carlos Gonzalez: perchè i bambini non dovrebbero essere trattati come le altre PERSONE?
Si può educare un bambino e contemporaneamente rispettarlo? Dalla mia piccola, singola esperienza...semplicemente si.


Ringrazio Francesca per queste parole che credo possano aprire una bella riflessione personale in ogniuno di noi e concludo solo, trascrivendo alcune frasi tratte dal libro:

"Coloro che attaccano il bambino sembrano credere che in questo modo difendono i genitori (...) ma si sbagliano perchè genitori e figli in realtà, stanno dalla stessa parte."

"(...)Tabù relativi al pianto: è proibito preoccuparsi dei bambini che piangono, dare loro ciò che chiedono.
Tabù relativi al sonno: è proibito far addormentare i bambini in braccio o allattandoli, cantare o cullarli perchè si addormentino, dormire con loro.
Tabù relativi all'allattamento: è proibito allattare in qualsiasi momento o in qualsiasi luogo o un bambino "troppo grande"(...)
Tutti questi tabù e pregiudizi fano piangere i bambini e non riescono a rendere felici i genitori. Chi soddisfano allora?Forse qualche pediatra, psicologo educatore o vicino che li propugna? Tutte queste persone non hanno diritto di darti indicazioni perentorie, di dirti come devi vivere la tua vita e come devi trattare tuo figlio.
Troppe famiglie hanno sacrificato la propria felicità e quella dei loro figli sull'altare di qualche pregiudizio senza fondamento.Con questo libro vogliamo smentire miti, rompere tabù e dare a ogni madre la libertà di godere della sua maternità così come lei desidera."

"La nostra società non tratta i bambini con lo stesso rispetto con cui tratta gli adulti."

"Nell'essere umano, e in minore grado in altri primati, il comportamento non dipende solo dai geni, ma anche dall'apprendimento. I comportamenti appresi non si possono trasmettere attraverso i geni ma tramite l'esempio e l'educazione, non soltanto ai discendenti ma anche ad altri membri della stessa specie.(...)
Per colpa della selezione culturale non possimo più affermere che noi esseri umani cresciamo i nostri figli nella migliore maniera possibile.(...)
Pertanto, difronte a comportamenti che non dipendono dai geni ma dalla cultura, non è più lecito il ragionamento secondo cui "se lo fanno tutti, servirà a qualcosa". non è lecito ne per la nostra cultura ne per qualsiasi altra."

"Educare male" significa educare con poco affetto, poco contatto fisico, poco rispetto e poche coccole. E' impossibile educare male un bambino prestandogli molta attenzione, prendendolo molto in braccio, consolandolo molto quando piange o giocando molto con lui."

"Quando un bambino smette di chiamare la madre perchè non ne ha più bisogno non è come quando smette di chiamarla perchè sa che, per quanto la chiami, lei non gli presterà mai attenzione."

"I bambini cresciuti con affetto sono affettuosi e rispettosi. (...) Questa è la loro tendenza naturale, infatti nell'essere umano la cooperazione con altri membri del gruppo è naturale quanto camminare o parlare. I bambini diventano aggressivi se gli adulti in qualche modo li hanno indotti a deviare dalla loro naturale inclinazione. I bambini "educati" a suon di grida gridano. I bambini "educati" a suon di schiaffi, picchiano."

Carlos Gonzalez



E voi avete letto questo libro? Cosa ne pensate?