martedì 16 aprile 2013

Cultura del Rispetto




Mi considero la "redattrice" di questo blog, che è però nato dall'unione di diverse "menti materne"...un gruppo di mamme sensibili ai bisogni dei loro bambini, che ha cominciato a scambiarsi informazioni di varia natura su Facebook. "Perchè non rendere queste informazioni accessibili a tutte le mamme mantovane?" ci siamo chieste.

"Cultura del Rispetto" invece è il termine che abbiamo scelto per riportare a una sola idea sottostante tutti i comportamenti, le scelte e le proposte che possono essere fatte da un genitore A o PER il suo bambino (feto/neonato/o bimbo che sia).
Un "codice di condotta" interno, che può guidare ogni madre o padre e che ha come base il Rispetto per il bambino, poichè credo che la "missione" di un genitore sia tentare con tutto se stesso di favorire la felicità del figlio.

Ma, non fraintendete, non si tratta di permissivismo. Rispettare il bambino non deve infatti significare che i bisogni dell'adulto vadano invece annullati. Infatti sappiamo bene quanto la salute fisica e psichica del bambino, e in particolare del bambino sotto i 3 anni, sia fortemente influenzata da quella della madre.

Parliamo delle mamme perchè nella stragrande maggioranza dei casi sono loro le principali figure di attaccamento, ma la stessa cosa si può dire dei padri che si trovano a dover sostituire la figura materna.
Quindi, dicevamo, se la madre sta bene (ovvero è serena), il figlio sta bene. Ma nella società odierna a mio avviso il problema è proprio questo: far star bene la madre.

Il parto viene vissuto come un'emergenza medica, un'operazione chirurgica, mentre le evidenze scentifiche mostrano che i parti meno medicalizzati sono quelli con migliori possibilità di essere vissuti e poi ricordati positivamente dalle madri.

Nel momento in cui diventi mamma poi vieni travolta da un'ondata di critiche, consigli non richiesti, giudizi da parte di parenti amici e pure di perfetti sconosciuti che fanno salire la temperatura emozionale in un momento già di per se psicologicamente delicato: i primi mesi di vita del neonato. A rincarare la dose spesso concorrono pediatri o sanitari interventisti che riescono a trasformare in "malattie", con tanto di ricetta, anche normalissime attività fisiologiche come i cicli di sonno dei bambini (ben differenti da quelli degli adulti) o il passaggio da un'alimentazione di solo latte alla scoperta dei sapori del cibo solido.
E' naturale che le povere mamme spesso vadano nel panico. La responsabilità di una piccola vita di cui prendersi cura sembra diventare opprimente. E molte mamme, prese da questo panico, applicano alla lettera le istruzioni, "la ricetta", spesso soffrendo, e ripetendosi come un mantra "è per il bene del piccolo" quando il loro istinto materno grida l'opposto "non senti come piange??"

Il bambino poi cresce, e allora il problema diventano "i capricci" e come "porre dei limiti" o "non dargliela vinta".

Insomma, come se il rapporto tra madre e figlio fosse un perenne un'incontro di boxe, dove il genitore deve uscire vincitore, pena la cattiva educazione del bimbo.

Il bambino. Ci si è mai soffermati a pensare al suo di punto di vista? Provate ad immedesimarvi...e se fosse una creatura buona invece che maliziosa?

Ebbene.
Io sto compiendo un percorso che mi ha portata a scoprire che si può rispettare il bambino e rispettare anche se stessi contemporaneamente, senza perdenti.
Ci credete? Io una volta non ci credevo, quindi vi capisco se anche voi la pensate così.
Ma ho avuto l'impulso di proporre alle mie amiche mamme la nascita di questo blog, nella speranza di dare qualche idea, qualche spunto di riflessione o qualche occasione per mettere in dubbio le proprie credenze, a chi, come me, non pensava che si potesse creare un "manuale su misura", proprio per la vostra specialissima coppia mamma-bimbo.
Infatti quello che penso non è che tutte le madri dovrebbero uniformarsi facendo le stesse scelte che ho fatto io, ma che ogni madre dovrebbe avere la possibilità di accedere a certe importantissime, direi fondamentali, informazioni e poi seguire il suo istinto e fare le sue personali scelte di accudimento e di educazione.

Quindi eccoci qui care mamme.
In particolare speriamo di attrarre l'attenzione delle mamme mantovane, come noi. Perchè qui a Mantova sono molti gli specialisti che si stanno muovendo nella direzione che vi indicherò, e io ho avuto la fortuna di "incappare" in alcuni di loro fin dalla mia gravidanza.
Sarò felice di farveli conoscere se me lo permetterete, ma, come per ogni piccola città, a volte è dura rompere le "tradizioni" e penetrare lo scetticismo di chi ha paura del cambiamento.

Anche se questo cambiamento a volte può essere di grande aiuto.


Irene