giovedì 18 aprile 2013

Alimentazione nel periodo dello svezzamento



Non capisci quanto è delicato questo step finchè non lo raggiungi, ovvero intorno ai 6 mesi di vita del bimbo. Poi ecco di nuovo tutti che ti saltano addosso, pediatra in prima linea, pronti a darti i più disparati consigli, e a metterti fretta per farti interrompere l’allattamento, come fosse una cosa di cui vergognarsi.
Un’altra volta, mamme che ti chiedono “ma la tua mangia la pappa??” con il terrore negli occhi e capisci che per loro ogni pasto è una battaglia.
La soluzione è sempre la stessa: osserva il tuo bambino, fidati di lui  e non ascoltare altro. Perché in effetti questo step in realtà non è per niente delicato come tutti ti vogliono far pensare. Basta qualche accorgimento e sempre una buona osservazione sul bambino, al resto ci pensa la natura, come ci ha sempre pensato finora.
Il mio obbiettivo principale non era che la bambina smettesse di ciucciare il latte per mangiare il cibo vero,(sono sempre rimasta consapevole che il cibo vero era comunque sempre meno sano e nutriente di una bella poppata, ma che comunque la bambina un giorno preferirà il cibo) ne che mangiasse grandi quantità di pappa, (visto che so che lo stomaco del bambino è piccolissimo), il mio obbiettivo principale era che Gaia entrasse in buon rapporto col cibo, lo ritenesse un’esperienza interessante e piacevole.
Volevo prima di tutto proteggerla dai disturbi alimentari.
Così ho sempre fatto in modo che Gaia fin dai primi mesi stesse seduta nel seggiolone a tavola con noi, con qualche giochino davanti, guardandoci mangiare. Se piangeva me la tenevo sulle ginocchia e la attaccavo al seno, continuando tranquillamente a mangiare. A 5 mesi ha cominciato a dimostrare il suo interesse per quello che avevamo nel piatto, e così sono iniziati i primi assaggi. Poi le prime pappe. Sempre con un unico imperativo: “non insistere”. Gaia attendeva l’ora della pappa con gioia, era un bellissimo gioco per lei. Assaggiava di tutto, mangiava poco, quasi niente, ma il momento del pasto era un momento di serenità, un momento piacevole da passare col papà e la mamma. Prima e dopo ogni pasto voleva una bella ciucciata di latte. Ero entusiasta.
Compiuti i sei mesi l’ho portata dal pediatra per una visita di controllo. C’era un’assistente del pediatra, forse ostetrica, che si occupava di dare informazioni inerenti allo svezzamento. Il colloquio è stato pressappoco questo (coi miei pensieri tra parentesi):
Assistente: Allora, come va con la pappa? Mangia?
Io: Si! E’ felicissima! Prima vuole la tetta, poi le do la pappa e poi ciuccia ancora un po’ la tetta.
A: Ma no!! Signora, così la SOVRALIMENTA! Non deve darle il seno, solo la pappa!
I: (allibita) Ma…se non le do il seno scoppia a piangere, non credo che mangerebbe. Guardi che io faccio l’allattamento a richiesta…
A: Ma non c’entra, altrimenti mangia troppo! E quanta pappa le da?? Quanti grammi?
I: ma, non so…(tra quello che se ne vola in giro e quello che rimane nella ciotola…che ne so quanta roba va giù??e poi chissenefrega?tanto di più non posso dargliene perché piange, di meno non posso dargliene perché piange…mangerà quello di cui ha bisogno no??)…mmmhh…una ciotolina?
A: Una ciotolina???! Guardi, pesiamo la bambina e vediamo…
I: (si, vediamo, vediamo brutta idiota, “vediamo che danni ho fatto”, scommetto che la bambina è persino magra.)
A: Ah. No…il peso va bene fortunatamente…è addirittura sotto la media.
I: (si, “fortunatamente” eh? Ora mi dirà che non mangia abbastanza? Mio Dio, ma la serenità di quante madri ha rovinato questa ignorante?)
Arrivata a casa era ora di pranzo. Giusto per curiosità ho provato a mettere Gaia a tavola senza prima darle la ciuccia. Pianto a dirotto. Col cavolo che mangiava la pappa. Quindi l’ho presa subito in braccio, ciucciata e poi pappa. Al diavolo gli splendidi consigli del pediatra. La mia priorità rimane la serenità della bambina e l’instaurarsi di un buon rapporto col cibo.
Ci sono alcuni bei libri sullo svezzamento che ho letto, in particolare ho apprezzato “Io mi svezzo da solo” e “Svezzamento passo per passo” e naturalmente ”Il mio bambino non mi mangia”.Ognuno dice cose lievemente diverse, quindi come al solito io ho letto di tutto e poi ho applicato quello che facevano al caso mio. Gaia ha fin da subito assaggiato di tutto oltre alla pappa. Per “di tutto” intendo ovviamente cibi sani, niente dolci, salumi, fritti, formaggi o cose troppo salate, niente zucchero bianco. E per certi cibi ho aspettato qualche mese in più e ne ho dato piccoli assaggi all’inizio, perché a rischio allergia (uova, latte vaccino e derivati, fragole, frutti di mare).
Sono stati gli unici accorgimenti che ho adottato, oltre al fatto di usare preferibilmente carne e verdura bio per le sue pappe. Mai usato omogeneizzati industriali, tutto fatto in casa.
Per il resto mi sono lasciata guidare della sua curiosità. A oggi a pranzo mangia la sua pappa e poi viene sulle mie gambe a spiluccare dal mio piatto e alla sera invece mangia solo la pappa perché io e mio marito ceniamo dopo che lei è andata a nanna. Per le merende ama sgranocchiarsi un pezzetto di pane o un biscotto senza zucchero o un po’ di frutta fresca o secca e poi ovviamente c’è il mio latte. Ci sono giorni che mangia come un torello e giorni in cui non mangia quasi nulla. Va comunque bene, non insisto mai, anche se non vuole mangiare. Lei fa perfettamente capire quando non ne vuole più.
Il suo peso non mi interessa, vedo che lei è piena di energie e questo è quello che conta. So che è più alta della media ma di peso medio e va bene così, è una bimba snella e sanissima.

2 commenti:

  1. ciao, anch'io ho letto "Io mi svezzo da solo"," mio bambino non mi mangia" e "w la pappa" e sono rimasta affascinata.pian piano sto "aggiustando" la nostra alimentazione per mangiare sano e per adesso con buoni risultati, visto ché il papà non si lamenta. Ho deciso dare a nostro figlio quello ché mangiamo noi. Ero un pocchino dubbiosa ma UN mese fa sono uscita dallo studio della pediatra con la solita riccettina di brodo di carota e pattata è prima cosa che ho fatto era di comperare mais e tapioca. L'avevo fatta per mio figlio che al'ora aveva 4 mesi e 1|2 ma non gli ho mai data perché sapeva troppo di vanillina, non ho letto gli ingredienti quando l'avevo comprata e cera aroma. Da li ho continuato con il latte è volevo aspettare a sei mesi per cominciare con autosvezzamento. Ma Filippo ha cominciato avere troppo interesse per nostro cibo, allora ho cominciato dargli piccoli assaggini ma non gli bastavano. Un giorno mio marito mangiava lo yogurt ché lui evidentemente voleva assaggiare, solo che non si è fermato con assaggio ma lo ha mangiato! Allora ho cominciato fare un piattino anche per lui, primi giorni solo verdure che mangiavamo anche noi, poi ho fatto crema di zucchine con orzo ma se lo vedevate come si lanciava contro cucchiaio! non facevo in tempo a riempirlo:) Oggi si e mangiato pasta con zucchine e cipolle e la sera risotto con gli asparagi. L'altra sera petto di pollo che ho fatto al forno. Ovviamente tutto un po sminuzzato anche perché non ha ancora dentini, ma mi sono accorta che è capace gestire anche pezzi più grandi, o gli sputa, oppure gli lavora un po in bocca e manda giù. Non devo cucinare due volte e quello che per me è importante che abbiamo risolto problema di stitichezza! Per adesso gli continuo dare latte come prima perché lo chiede. Ho fiduccia nel mio figlio, anch'io credo che bambini sanno di quello che hanno bisogno.

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  2. Grazie, Jane! Questo è un bellissimo esempio di quante inutili ansie vengono spesso messe addosso alle mamme. Infatti tu come me ed altre mamme, hai sperimentato su tuo figlio quanto rivelato nei libri che hai letto. Il bambino sa perfettamente quando è pronto per iniziare ad assaggiare i cibi solidi (non occorre che inizi per forza a mangiare da una certa data in poi, ogni bambino è diverso!)sa perfettamente di cosa ha bisogno (basta offrirgi delle scelte sane)e soprattutto sa perfettamente come gestirsi il cibo in bocca. Il riflesso del vomito infatti è posizionato molto più avanti sulla lingua del bambino rispetto a quella di noi adulti, proprio come "sistema di sicurezza" anti soffocamento. Evitando di dargli cose lisce e tonde (come un chicco d'uva) o sottili e piccole(come le foglie di insalata), che possono scivolare in gola baypassando questo sitema di siurezza, il bambino è in grado di arrangiarsi benissimo. Anzi, è proprio così che impara a quale grandezza deve ridurre i bocconi che ha in bocca affinchè possano essere inghiottiti senza difficoltà.

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