giovedì 18 aprile 2013

Dormire con il bambino


Per me dormire è una priorità per essere mentalmente sana.
Prima che Gaia nascesse fantasticavo su una cameretta arredata in modo semplice, con un lettino e una poltrona dove mi sarei seduta di notte ad allattare la mia dolce bambina. Poi è nata Gaia ed è stato chiaro che non avrei mai potuto passare le notti avanti e indietro tra camera nostra e la sua cameretta come uno zombie, anche perché la piccola si svegliava per poppare ogni ora. E inoltre io non avevo nessuna voglia di perdere di vista la mia piccolina, dovevo controllare che stesse bene, che respirasse, che non si scoprisse ne soffocasse con le lenzuola. Mi era inconcepibile lasciarla sola in una stanza. Così la infilai da subito nel lettone in mezzo a noi, con grande gioia di mio marito. ”Non hai paura di schiacciarla nel sonno?” mi chiedevano. Sinceramente no perché quando dormivo ero un sasso, non muovevo un muscolo e appena la bimba cominciava a fare qualche versetto, mi svegliavo, come se fossi in ascolto continuo.
Ancor prima di piangere e svegliarsi, quindi,  ero già pronta a sollevarla, mettermela sulle ginocchia con il cuscino sotto e attaccarla al seno. Mio marito neanche si svegliava.
Quando incontro qualche mamma, la prima cosa che mi chiedono con aria stanca è “ti lascia dormire??”. Mi dispiace per loro perché so che lo chiedono perché la loro risposta sarebbe no. La mia invece è sì, io dormo benissimo e tutto il tempo di cui necessito. Il che non significa che la bambina di notte non si svegli, ne che io possa permettermi di fare tardi la sera! Non ho idea di quante volte si svegli perché…quasi neanche me ne accorgo, l’attacco al seno senza nemmeno sollevarmi ormai, restando sdraiata accanto a lei, e mi riaddormento subito mentre lei poppa. Ovviamente, non avendo più 8 ore ininterrotte di sonno, ma 8 ore frastagliate, devo andare a letto un po’ prima alla sera. Mi dispiace per quelle mamme che soffrono per il poco sonno perché magari si son fatte convincere a dover abituare il bambino a dormire nel suo lettino, nella sua cameretta, da solo. Mi dispiace per quel bambino, che è costretto a mettersi ad urlare per farsi sentire dalla mamma e farla accorrere. Gaia neanche si sveglia, quasi al primo lamento, ha già la tetta in bocca. Mi spiace per quella mamma che distrutta dal sonno si alza, accende le luci, raccoglie dal lettino un bimbo ormai sveglissimo e resta lì seduta con lui al seno ad aspettare che si addormenti prima di poter ritornare a letto. E non riesco proprio a immaginare chi invece addirittura si sveglia e va in cucina a preparare il latte artificiale… Io impazzirei.
Inoltre a confermare la bontà della mia scelta di condividere il sonno vengono degli studi fatti sui rischi di SIDS Sindrome della morte improvvisa del lattante. Sembra che i bimbi che dormono nella stessa stanza dei genitori e sono allattati al seno sono i meno a rischio, e in effetti comprendo bene il perché.
Certo, non posso dire che tutte tutte le notte si è dormito bene, però la nottata agitata è decisamente un’eccezione perché magari la bimba ha male al pancino o ha fastidio in bocca a causa dei dentini e quindi per qualche notte si sveglia di più, urla nel sonno…niente di cui preoccuparsi comunque, si risolve tutto nel giro di pochi giorni. Inconvenienti che comunque se dormisse in un’altra stanza non sarebbero di più facile gestione.


Da quando ha copiuto un anno abbiamo adottato il trucco del "sidecar". Ovvero ho preso il suo lettino, ho sfilato un lato di sbarre e ho legato il lettino al nostro lettone. Ho acquistato due materassi per lettini da campeggio e li ho messi sotto il materasso del lettino in modo che si trovasse all'altezza del nostro materasso. Lo spazio tra il nostro materasso e quello del lettino l'ho riempito infilandoci dentro il cuscino per l'allatttamento e un'altra coperta arrotolata e ...voilà! Ora abbiamo un lettone con sidecar! Gaia ha il suo spazio e quando si lamenta perchè vuole farsi una poppata rotolo verso il lettino l'attacco e mi riaddormento.

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